Vista del bacino dell'Enza a monte della Stretta di Vetto - Reggio Emilia
Vista del bacino dell’Enza a monte della Stretta di Vetto – Reggio Emilia

VETTO (Reggio Emilia) – Il Generale Vannacci ha accettato l’invito del Presidente del Comitato della Diga di Vetto, Lino Franzini, e venerdì 10 maggio alle ore 11,00, sarà al Lido di Vetto per incontrare il Comitato pro diga e i sostenitori di quest’opera.

Dopo 35 anni dalla sospensione dei lavori della Diga di Vetto, grazie anche al Gen. Vannacci si tornerà a parlare di quest’opera; da 35 si continua a sprecare centinaia di milioni di metri cubi di acque limpide dell’Enza, prive di prodotti cancerogeni per poi ripompare dal fiume Po centinaia di milioni di metri cubi di acqua sporca e inquinata per irrigare ciò che troviamo sulle nostre tavole, spendendo milioni e milioni di Euro di energia; solo l’impianto di Boretto solleva circa 200 milioni di metri cubi di acqua all’anno, considerando che per arrivare all’altezza della Via Emilia le acque del Po vengono sollevate cinque volte, questo è peggio che andare al contrario, è rotolare al contrario – ha commentato il Comitato Pro Diga di Vetto – Dopo l’esondazione dell’Enza del 1972 a Casaltone, l’allora Ministro dell’Agricoltura, Giovanni Marcora, diede disposizioni che venisse realizzata la Diga di Vetto, un’opera realizzabile grazie alla Stretta di Vetto, definita dalla Società d’Ingegneria Marcello di Milano “Miracolo della Stretta di Vetto” in quanto con un piccolo sbarramento in materiali sciolti alto solo 83 metri (Ridracoli è alto 103 metri), consentiva la realizzazione di un invaso avente capacità idrica di 132 milioni di metri cubi.

Foto del 2018 i Resti del Taglione della Diga di Vetto - Reggio Emilia
Foto del 2018 i Resti del Taglione della Diga di Vetto – Reggio Emilia

Nell’ottobre del 1988 ebbe inizio il primo stralcio lavori, pari a 30 miliardi di vecchie lire, ma il 16 agosto del 1989 i contestatori occuparono il cantiere e i lavori furono sospesi, la motivazione fu legata al fatto che nel 1989 era uscita la legge che imponeva la redazione del VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), questa legge non valeva per le opere già avviate ma visto le contestazioni il Ministero dell’Ambiente ne impose la redazione; documento fu redatto e consegnato al Ministero dell’Ambiente e a  tutti gli Enti interessati; la Documentazione risultò conforme alla nuova Legge e il Ministro dell’Ambiente, allora Carlo Ripa di Meana, il 6 ottobre del 1992, scrisse a tutti che i lavori potevano riprendere, previ alcuni adempimenti a carico del Consorzio di Bonifica e altri a carico della Regione Emilia Romagna; adempimenti che il Consorzio ex Bentivoglio Enza fece immediatamente, mentre la Regione Emilia Romagna no.

Alla Diga di Vetto fu data “valenza nazionale” in quanto dava benefici non solo a Reggio Emilia e Parma ma al territorio nazionale, e fu definita “urgente ed indifferibile”, ma dopo 35 anni ancora si attende, la visita del Gen. Vannacci a Vetto speriamo riesca a muovere le acque e a far comprendere che i lavori di questa Diga devono ripartire”